Intervista a Riccardo Landini, autore del romanzo giallo “La strana morte di Alessandro Cellini”.
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20/07/2023 | Bookpress
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Riccardo Landini è nato in Emilia ma è d'origine romagnola; nel 2009 ha esordito nella narrativa con il romanzo “E verrà la morte seconda”, a cui è seguita, per Cento Autori, la quadrilogia “Il primo inganno”, “Non si ingannano i morti”, “Ingannando si impara” e “Senza trucco, senza inganno”. Con la Newton Compton Editori ha pubblicato “Il giallo di via San Giorgio”, “Il giallo della villa abbandonata”, “Il giallo del paese maledetto” e “La strana morte di Alessandro Cellini”. Nel 2013 ha vinto il premio Giallo Stresa.
«Ci presenti il tuo romanzo “La strana morte di Alessandro Cellini”?»
È un romanzo che parla di solitudine, di vecchi rancori, di amore malato, e di come questi sentimenti, se portati all'estremo, possano degenerare nella follia e condurre fino al delitto. La storia: il restauratore di mobili Astore Rossi è alle prese con qualcuno che, dopo avergli recapitato una serie di avvertimenti minacciosi, uccide un suo ex amico e lascia il biglietto da visita del restauratore stesso, giusto tra le mani del cadavere. Il sostituto Procuratore che segue le indagini vorrebbe chiudere il caso in fretta e individua come è ovvio in Astore il colpevole perfetto. Invece il commissario Grandi che, a sua volta, indaga sul delitto non crede che sia stato il nostro protagonista a commettere quell'omicidio. Inizia quindi una corsa contro il tempo per scoprire la verità: se davvero non è stato Astore questo significa che c'è un assassino libero, nell'ombra, le cui motivazioni sono sconosciute, ma la cui prossima vittima potrebbe essere proprio il nostro restauratore.
«Siamo al quarto giallo con protagonista Astore Rossi, restauratore di professione e detective per vocazione. Vuoi delineare un ritratto di questo interessante personaggio?»
Quando Astore Rossi, ventunenne studente di medicina, finisce in carcere da innocente, tradito dai suoi due più cari amici (uno di questi era proprio quell'Alessandro Cellini dell'ultimo romanzo), i quali scaricano su di lui la responsabilità per la loro attività di spaccio, il suo mondo gli crolla addosso. Viene rinnegato persino da suo padre che non crede alla sua innocenza. Così la sua vita cambia completamente direzione: Astore si isola da tutti, inizia a fare il garzone di bottega di un anziano restauratore di mobili che gli insegna il mestiere e gli fornisce un'altra possibilità per andare avanti. Le storie che io racconto prendono inizio quando Rossi ha ormai passato i quaranta e si trova a dover svelare un mistero legato alla promessa che lui stesso aveva precedentemente fatto a un'anziana signora. Ciò che ne consegue (svelato l'enigma pur tra molti rischi di lasciarci la pelle) è la riscoperta da parte sua del fascino della vita, nel bene e nel male, e la sua lenta risalita verso un'esistenza in cui i sentimenti non siano repressi per timore di essere nuovamente ferito, ma vissuti con pienezza. Tant'è che nel quarto episodio lo ritroviamo padre di un bambino, Jacopo, nato da una relazione avuta con Anthea, una donna conosciuta in occasione della sua terza avventura.
«Sei uno scrittore molto prolifico, soprattutto di romanzi gialli e noir; cosa ti affascina di questi generi? Quali sono le opere e gli autori che ami, e a cui ti ispiri e ti sei ispirato?»
Io credo che il giallo e il noir (il distinguo in fondo è sottile, ma complesso) siano come mezzi di trasporto su cui puoi caricare le tue storie e portare i lettori da un capo all'altro del romanzo con maggior piacere e passione. Soprattutto negli ultimi anni, con l'affrancamento che c'è stato dal giallo tradizionale, quello rassicurante, legato all'etica razionale e alla metafisica del secolo scorso, le storie sono diventate palcoscenici su cui recitano le emozioni, le passioni, le riflessioni dei protagonisti senza che venga inficiato l'effetto adrenalinico, trascinante, delle vicende narrate. Ecco una delle ragioni, forse la principale, per cui ho scelto di scrivere storie di questo genere. Del resto posso dire di aver letto tantissimo nel corso della mia vita, dai classici alla saggistica, dalla poesia alla narrativa, dagli italiani sino agli autori francesi, tedeschi, russi, americani... Se non si legge tanto non ci si può cimentare nella scrittura, non ci si può improvvisare autori, nonostante qualcuno la pensi (per comodità) in questo modo. Anche se magari c'è il talento, il dono, l'elemento indispensabile per fare questo mestiere, pure bisogna disporre di un bagaglio culturale, di una ricchezza di linguaggio, di una proprietà dell'uso delle frasi che ti permette di esprimerti al massimo delle tue possibilità. Se devo citare alcuni scrittori che mi hanno ispirato e che amo tantissimo (sapendo comunque di far torto ad altri che sono nel mio cuore) citerei in ordine sparso e casuale Piero Chiara, Friedrich Dürrenmatt e Honoré de Balzac, per motivi differenti, ma ugualmente validi e profondi.
«“La strana morte di Alessandro Cellini” fa parte di una quadrilogia che comprende “Il giallo di via San Giorgio”, “Il giallo della villa abbandonata” e “Il giallo del paese maledetto”, tutti con protagonista Astore Rossi e pubblicati da Newton Compton Editori. Vuoi raccontarci brevemente la trama delle ultime tre opere? Ci consigli di leggerle tassativamente in ordine, prima di approcciarsi alla tua ultima fatica letteraria, o si possono fruire indipendentemente l'una dall'altra?»
Credo che, potendolo fare, sia meglio partire dalla prima storia per apprezzare l'evoluzione del protagonista, i cambiamenti che avvengono nella sua vita, i ripensamenti, le emozioni, le sensazioni che lo travolgono col passare degli anni. Ciò non toglie che i diversi capitoli si possano leggere autonomamente, ascoltando la viva voce di Astore che racconta ciò che gli capita e le disavventure in cui incappa. Nel primo romanzo il restauratore riceva da un'anziana vicina di casa una vecchia chiave con l'impegno di svelare cosa si nasconda dietro alla porta che da essa viene aperta. Quando la donna muore improvvisamente Astore si sente vincolato da quella promessa e cercherà dunque di scoprire i misteri (nient'affatto piacevoli) di una famiglia decaduta che viveva nell'Appennino tosco-emiliano. Nel secondo il protagonista viene ingiustamente accusato di aver rubato un quadro di grande valore che egli stesso aveva rinvenuto nella vecchia casa di una cliente. Tale quadro, secondo una leggenda, nasconderebbe un codice per giungere a una scoperta sensazionale. Una scia di omicidi segue la fuga di Astore lungo tutto lo Stivale, inseguito dalla Polizia e da una setta di assassini, fino all'inimmaginabile scoperta della verità. Nel terzo il nostro restauratore scopre dentro un cassettino segreto di una scrivania che gli è stata affidata da un suo collaboratore un foglio su cui sono scritti nove nomi con accanto delle croci nere. Inizialmente egli non da alcun peso alla cosa, ma i tentativi violenti di un misterioso personaggio di riappropriarsi della lista, lo induce a pensare che dietro quell'elenco ci sia qualcosa di molto inquietante. Scopre infatti che tutti coloro che sono indicati sul foglio risultano morti in circostanze quanto meno improbabili. La verità si nasconde nel loro passato e toccherà ad Astore scoprirla a suo rischio e pericolo..
«So che sei molto appassionato di cinema, in particolare di quello italiano degli anni Sessanta e Settanta; hai avuto proposte per trasformare i tuoi romanzi in thriller per il grande o piccolo schermo? Quale pensi sia, tra le tue opere, quella che si presterebbe meglio a una trasposizione cinematografica o televisiva, e perché?»
Ci sono stati diversi pourparler e anche qualcosa in più. Però, per scaramanzia, non entro nei dettagli. Certo mi piacerebbe vedere una bella fiction tv con protagonista Astore oppure Brenno Sandrelli (titolare della serie dell'Inganno, giunta al quinto capitolo ed attualmente edita da Laurana). Nonostante il mio amore per il cinema (anche se per quello di anni lontani), ritengo che sarebbe preferibile il mezzo televisivo per dare spazio ai miei protagonisti. Certo se arrivasse da Hollywood la proposta di realizzare un film tratto da “La strana morte di Alessandro Cellini” con Tom Cruise nel ruolo di Astore, Colin Farrell nel ruolo del commissario Grandi e Anne Hathaway nel ruolo femminile... Bé, sapete che vi dico: accetterei al volo!
«Le tue opere sono intrattenenti e avvincenti, e non manca un ottimo lavoro di approfondimento psicologico dei personaggi. Qual è la ricetta per un romanzo giallo che funzioni, e che mantenga alta la tensione del lettore?»
Penso che ogni autore abbia la sua formula, anche se non sempre vincente. La mia opinione è che ciascuna storia deve essere parte integrante della vita del protagonista e non vederlo solo come indagatore dei fatti. In altre parole, il giallo, l'enigma, il mistero non deve essere lo scopo, ma soltanto il mezzo per raccontare di lui. Quindi il protagonista deve uscire dalla pagina ed entrare nella vita dei lettori, deve essere vivo, apprezzato e amato. Qualche mese fa una signora mi ha detto una cosa che mi piace ricordare spesso: “Sa, per me Astore è come un cugino. Se ogni tanto non so come gli va la vita non sto bene”. Ecco quella sua frase per me vale più di mille discorsi. Aggiungo che la trama deve funzionare come un orologio svizzero, deve essere avvincente e soprattutto credibile. Spesso mi capita di leggere dei gialli che contengono inesattezze grossolane, errori procedurali, circostanze assurde, tentativi di piegare al racconto elementi che non possono proprio piegarsi. Il talento dello scrittore si misura anche e soprattutto in questo, poiché i lettori sotto questo profilo sono spietati: se i conti non tornano, se la logica della trama viene spezzata, se il ritmo non regge, se si smorza troppo la tensione a favore di altri elementi... Il libro finisce al mercatino dell'usato molto velocemente.
«Astore Rossi è un personaggio che resta nel cuore; la quadrilogia di cui è protagonista si trasformerà in una pentalogia, o gli abbiamo detto tristemente addio con “La strana morte di Alessandro Cellini”? Quali sono, in generale, i tuoi prossimi progetti letterari?»
Il quinto romanzo della serie è già pronto. Spero che veda la luce nei prossimi mesi, compatibilmente con altre uscite recenti di miei libri. Infatti sono stati editi da poco altri due miei romanzi, uno dal titolo “D'amore, d'odio e d'altri serpenti”, e il secondo dal titolo “L'ingannevole fascino del passato”. Quest'ultimo è il quinto episodio di un'altra serie che vede come protagonista Brenno Sandrelli, un perito assicurativo che, per ragioni economiche, si è reinventato un secondo lavoro, quello di investigatore privato rigorosamente in nero (nel senso che non ha la licenza e non fa fattura). Sono due opere a cui tengo molto e che sto promuovendo col mio infinito tour di presentazioni e di incontri con i lettori di tutta Italia. Consiglio a chi ama e apprezza Astore di provare a conoscere anche Brenno e Nico Battaglia, il protagonista di “D'amore, d'odio e d'altri serpenti”, un giallo rocambolesco ambientato nelle colline marchigiane. Vi ringrazio per avermi ospitato e naturalmente vi auguro buone letture!
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«Ci presenti il tuo romanzo “La strana morte di Alessandro Cellini”?»
È un romanzo che parla di solitudine, di vecchi rancori, di amore malato, e di come questi sentimenti, se portati all'estremo, possano degenerare nella follia e condurre fino al delitto. La storia: il restauratore di mobili Astore Rossi è alle prese con qualcuno che, dopo avergli recapitato una serie di avvertimenti minacciosi, uccide un suo ex amico e lascia il biglietto da visita del restauratore stesso, giusto tra le mani del cadavere. Il sostituto Procuratore che segue le indagini vorrebbe chiudere il caso in fretta e individua come è ovvio in Astore il colpevole perfetto. Invece il commissario Grandi che, a sua volta, indaga sul delitto non crede che sia stato il nostro protagonista a commettere quell'omicidio. Inizia quindi una corsa contro il tempo per scoprire la verità: se davvero non è stato Astore questo significa che c'è un assassino libero, nell'ombra, le cui motivazioni sono sconosciute, ma la cui prossima vittima potrebbe essere proprio il nostro restauratore.
«Siamo al quarto giallo con protagonista Astore Rossi, restauratore di professione e detective per vocazione. Vuoi delineare un ritratto di questo interessante personaggio?»
Quando Astore Rossi, ventunenne studente di medicina, finisce in carcere da innocente, tradito dai suoi due più cari amici (uno di questi era proprio quell'Alessandro Cellini dell'ultimo romanzo), i quali scaricano su di lui la responsabilità per la loro attività di spaccio, il suo mondo gli crolla addosso. Viene rinnegato persino da suo padre che non crede alla sua innocenza. Così la sua vita cambia completamente direzione: Astore si isola da tutti, inizia a fare il garzone di bottega di un anziano restauratore di mobili che gli insegna il mestiere e gli fornisce un'altra possibilità per andare avanti. Le storie che io racconto prendono inizio quando Rossi ha ormai passato i quaranta e si trova a dover svelare un mistero legato alla promessa che lui stesso aveva precedentemente fatto a un'anziana signora. Ciò che ne consegue (svelato l'enigma pur tra molti rischi di lasciarci la pelle) è la riscoperta da parte sua del fascino della vita, nel bene e nel male, e la sua lenta risalita verso un'esistenza in cui i sentimenti non siano repressi per timore di essere nuovamente ferito, ma vissuti con pienezza. Tant'è che nel quarto episodio lo ritroviamo padre di un bambino, Jacopo, nato da una relazione avuta con Anthea, una donna conosciuta in occasione della sua terza avventura.
«Sei uno scrittore molto prolifico, soprattutto di romanzi gialli e noir; cosa ti affascina di questi generi? Quali sono le opere e gli autori che ami, e a cui ti ispiri e ti sei ispirato?»
Io credo che il giallo e il noir (il distinguo in fondo è sottile, ma complesso) siano come mezzi di trasporto su cui puoi caricare le tue storie e portare i lettori da un capo all'altro del romanzo con maggior piacere e passione. Soprattutto negli ultimi anni, con l'affrancamento che c'è stato dal giallo tradizionale, quello rassicurante, legato all'etica razionale e alla metafisica del secolo scorso, le storie sono diventate palcoscenici su cui recitano le emozioni, le passioni, le riflessioni dei protagonisti senza che venga inficiato l'effetto adrenalinico, trascinante, delle vicende narrate. Ecco una delle ragioni, forse la principale, per cui ho scelto di scrivere storie di questo genere. Del resto posso dire di aver letto tantissimo nel corso della mia vita, dai classici alla saggistica, dalla poesia alla narrativa, dagli italiani sino agli autori francesi, tedeschi, russi, americani... Se non si legge tanto non ci si può cimentare nella scrittura, non ci si può improvvisare autori, nonostante qualcuno la pensi (per comodità) in questo modo. Anche se magari c'è il talento, il dono, l'elemento indispensabile per fare questo mestiere, pure bisogna disporre di un bagaglio culturale, di una ricchezza di linguaggio, di una proprietà dell'uso delle frasi che ti permette di esprimerti al massimo delle tue possibilità. Se devo citare alcuni scrittori che mi hanno ispirato e che amo tantissimo (sapendo comunque di far torto ad altri che sono nel mio cuore) citerei in ordine sparso e casuale Piero Chiara, Friedrich Dürrenmatt e Honoré de Balzac, per motivi differenti, ma ugualmente validi e profondi.
«“La strana morte di Alessandro Cellini” fa parte di una quadrilogia che comprende “Il giallo di via San Giorgio”, “Il giallo della villa abbandonata” e “Il giallo del paese maledetto”, tutti con protagonista Astore Rossi e pubblicati da Newton Compton Editori. Vuoi raccontarci brevemente la trama delle ultime tre opere? Ci consigli di leggerle tassativamente in ordine, prima di approcciarsi alla tua ultima fatica letteraria, o si possono fruire indipendentemente l'una dall'altra?»
Credo che, potendolo fare, sia meglio partire dalla prima storia per apprezzare l'evoluzione del protagonista, i cambiamenti che avvengono nella sua vita, i ripensamenti, le emozioni, le sensazioni che lo travolgono col passare degli anni. Ciò non toglie che i diversi capitoli si possano leggere autonomamente, ascoltando la viva voce di Astore che racconta ciò che gli capita e le disavventure in cui incappa. Nel primo romanzo il restauratore riceva da un'anziana vicina di casa una vecchia chiave con l'impegno di svelare cosa si nasconda dietro alla porta che da essa viene aperta. Quando la donna muore improvvisamente Astore si sente vincolato da quella promessa e cercherà dunque di scoprire i misteri (nient'affatto piacevoli) di una famiglia decaduta che viveva nell'Appennino tosco-emiliano. Nel secondo il protagonista viene ingiustamente accusato di aver rubato un quadro di grande valore che egli stesso aveva rinvenuto nella vecchia casa di una cliente. Tale quadro, secondo una leggenda, nasconderebbe un codice per giungere a una scoperta sensazionale. Una scia di omicidi segue la fuga di Astore lungo tutto lo Stivale, inseguito dalla Polizia e da una setta di assassini, fino all'inimmaginabile scoperta della verità. Nel terzo il nostro restauratore scopre dentro un cassettino segreto di una scrivania che gli è stata affidata da un suo collaboratore un foglio su cui sono scritti nove nomi con accanto delle croci nere. Inizialmente egli non da alcun peso alla cosa, ma i tentativi violenti di un misterioso personaggio di riappropriarsi della lista, lo induce a pensare che dietro quell'elenco ci sia qualcosa di molto inquietante. Scopre infatti che tutti coloro che sono indicati sul foglio risultano morti in circostanze quanto meno improbabili. La verità si nasconde nel loro passato e toccherà ad Astore scoprirla a suo rischio e pericolo..
«So che sei molto appassionato di cinema, in particolare di quello italiano degli anni Sessanta e Settanta; hai avuto proposte per trasformare i tuoi romanzi in thriller per il grande o piccolo schermo? Quale pensi sia, tra le tue opere, quella che si presterebbe meglio a una trasposizione cinematografica o televisiva, e perché?»
Ci sono stati diversi pourparler e anche qualcosa in più. Però, per scaramanzia, non entro nei dettagli. Certo mi piacerebbe vedere una bella fiction tv con protagonista Astore oppure Brenno Sandrelli (titolare della serie dell'Inganno, giunta al quinto capitolo ed attualmente edita da Laurana). Nonostante il mio amore per il cinema (anche se per quello di anni lontani), ritengo che sarebbe preferibile il mezzo televisivo per dare spazio ai miei protagonisti. Certo se arrivasse da Hollywood la proposta di realizzare un film tratto da “La strana morte di Alessandro Cellini” con Tom Cruise nel ruolo di Astore, Colin Farrell nel ruolo del commissario Grandi e Anne Hathaway nel ruolo femminile... Bé, sapete che vi dico: accetterei al volo!
«Le tue opere sono intrattenenti e avvincenti, e non manca un ottimo lavoro di approfondimento psicologico dei personaggi. Qual è la ricetta per un romanzo giallo che funzioni, e che mantenga alta la tensione del lettore?»
Penso che ogni autore abbia la sua formula, anche se non sempre vincente. La mia opinione è che ciascuna storia deve essere parte integrante della vita del protagonista e non vederlo solo come indagatore dei fatti. In altre parole, il giallo, l'enigma, il mistero non deve essere lo scopo, ma soltanto il mezzo per raccontare di lui. Quindi il protagonista deve uscire dalla pagina ed entrare nella vita dei lettori, deve essere vivo, apprezzato e amato. Qualche mese fa una signora mi ha detto una cosa che mi piace ricordare spesso: “Sa, per me Astore è come un cugino. Se ogni tanto non so come gli va la vita non sto bene”. Ecco quella sua frase per me vale più di mille discorsi. Aggiungo che la trama deve funzionare come un orologio svizzero, deve essere avvincente e soprattutto credibile. Spesso mi capita di leggere dei gialli che contengono inesattezze grossolane, errori procedurali, circostanze assurde, tentativi di piegare al racconto elementi che non possono proprio piegarsi. Il talento dello scrittore si misura anche e soprattutto in questo, poiché i lettori sotto questo profilo sono spietati: se i conti non tornano, se la logica della trama viene spezzata, se il ritmo non regge, se si smorza troppo la tensione a favore di altri elementi... Il libro finisce al mercatino dell'usato molto velocemente.
«Astore Rossi è un personaggio che resta nel cuore; la quadrilogia di cui è protagonista si trasformerà in una pentalogia, o gli abbiamo detto tristemente addio con “La strana morte di Alessandro Cellini”? Quali sono, in generale, i tuoi prossimi progetti letterari?»
Il quinto romanzo della serie è già pronto. Spero che veda la luce nei prossimi mesi, compatibilmente con altre uscite recenti di miei libri. Infatti sono stati editi da poco altri due miei romanzi, uno dal titolo “D'amore, d'odio e d'altri serpenti”, e il secondo dal titolo “L'ingannevole fascino del passato”. Quest'ultimo è il quinto episodio di un'altra serie che vede come protagonista Brenno Sandrelli, un perito assicurativo che, per ragioni economiche, si è reinventato un secondo lavoro, quello di investigatore privato rigorosamente in nero (nel senso che non ha la licenza e non fa fattura). Sono due opere a cui tengo molto e che sto promuovendo col mio infinito tour di presentazioni e di incontri con i lettori di tutta Italia. Consiglio a chi ama e apprezza Astore di provare a conoscere anche Brenno e Nico Battaglia, il protagonista di “D'amore, d'odio e d'altri serpenti”, un giallo rocambolesco ambientato nelle colline marchigiane. Vi ringrazio per avermi ospitato e naturalmente vi auguro buone letture!
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